Control è così creativo e suggestivo che la nostra tester Elena ci ripensa ancora regolarmente, anche a distanza di sei anni. Ora l’Ultimate Edition è disponibile su Steam a un prezzo più conveniente che mai.
Control è un gioco strano sotto molti aspetti. Ricordo ancora chiaramente la recensione che scrissi nel 2019, in tono molto critico. Per me, infatti, il gameplay dello sparatutto mancava di finezza e varietà. I combattimenti degeneravano rapidamente in coreografie studiate e molte missioni si rivelavano compiti vuoti e banali abilmente mascherati:
Ancora oggi sono della stessa opinione, ma in qualche modo voglio comunque scusarmi con Control. Perché lo sparatutto di Remedy offre molto di più. Anche sei anni dopo, ripenso con un piacevole brivido al level design intelligente e ricco di storie nascoste o all’atmosfera densa e tagliente.
Un gioco non deve essere perfetto per lasciare un ricordo indelebile e per meno di 4 euro consiglierei Control nella Ultimate Edition con i due DLC praticamente a chiunque.
Uno sparatutto per i curiosi
Control non reinventa la ruota per quanto riguarda lo sparatutto o il design delle missioni. Tuttavia, Remedy ha realizzato un gioco eccezionale che illustra i punti di forza dello studio in modo quasi surreale. Il viaggio di Jesse attraverso la Casa più Antica, dove si trova l’Ufficio Federale di Controllo (Federal Bureau of Control), si distingue per un design creativo e complesso del mondo, che non ha eguali nel mondo degli sparatutto.
L’edificio apparentemente freddo, desolato e brutalista, con le sue pareti di cemento e gli uffici minimalisti, sembra in realtà essere vivo e cambia continuamente. Pareti, porte, corridoi, spazio e tempo, tutte queste costanti diventano semplici suggerimenti su cui non posso fare affidamento.
L’agenzia che si occupa di fenomeni paranormali sembra essa stessa fuori dal mondo. Questo mi costringe a mettere in discussione tutto in ogni momento, creando un’incredibile tensione: una porta non è quasi mai solo una porta, una radio non è quasi mai solo una radio. Questo mi fa venire i brividi lungo la schiena, ma mi procura anche una piacevole tensione che stimola costantemente la mia curiosità.
Perché la prima impressione inganna
Perché in ogni angolo di questo mondo irreale mi aspettano segreti e persino ricompense davvero rilevanti, come abilità aggiuntive. I miei compiti effettivi sembrano semplici e diretti proprio come l’aspetto iniziale dell’edificio. Ma se guardo più a fondo, anche qui si rivela un oceano di segreti e ambiguità.
Ad esempio, il labirinto dei posacenere con la sua colonna sonora rock tra i migliori che abbia giocato negli ultimi anni: qui tutto si incastra alla perfezione. Anche la missione Self-Reflection, in cui mi trovo di fronte a una versione alternativa del mio mondo e di me stesso, è tanto emozionante quanto inquietante e inaspettata.
Control può essere giocato come un tradizionale sparatutto, godendosi soprattutto la grafica accattivante o l’illuminazione suggestiva e frenetica. Ma anche dal punto di vista ludico e narrativo, la facciata è ingannevole. Ovunque si nascondono documenti, registrazioni audio, compiti segreti o semplicemente dettagli ambientali che mi raccontano una storia completamente diversa e ricompensano il mio desiderio di esplorazione. Solo così posso davvero scoprire cosa c’è dietro il compito di Jesse e il destino dell’ufficio.