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giovedì, Agosto 21, 2025

Non avrei mai immaginato chi avrebbe sviluppato Warhammer 40k: Dawn of War 4. Ora che ci ho giocato, penso che siano proprio le persone giuste per questo lavoro!

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All’improvviso, alla gamescom 2025 viene annunciato Warhammer 40.000: Dawn of War 4, e a farlo sono persone che se ne intendono.

Non mi sarei mai aspettato Dawn of War 4. Alcuni franchise subiscono un tracollo dal quale non c’è ritorno – ciao, C&C4 – e Dawn of War 3 mi sembrava proprio uno di questi. Doveva riportare in auge il marchio dopo anni di pausa e con Relic c’era persino lo sviluppatore originale.
Ma il gioco finale ha deluso moltissimi fan ed è stato abbandonato dallo studio subito dopo l’uscita. Un vero e proprio exterminatus.
Quasi otto anni dopo, un nuovo studio si occupa del marchio, che si adatta a Dawn of War come un guanto: il team tedesco King Art di Brema ha pubblicato nel 2020 il gioco di strategia Iron Harvest, praticamente un Company of Heroes con mech giganteschi. E dato che Company of Heroes è il seguito spirituale di Dawn of War e ci sono i mech e tutto il resto… beh, avete capito il collegamento.

Quindi: Dawn of War 4. King Art non ha paura di puntare in alto: Dawn of War 4 vuole riportare tutti i punti di forza del primo capitolo. Fin dal lancio offre quattro fazioni con quattro campagne singleplayer corpose, oltre a modalità cooperativa, skirmish e multiplayer. E poi è davvero bellissimo!

I fucili dei Space Marines falciano file intere di Orchi, i monoliti Necron rasano al suolo il paesaggio, i pesanti Cavalieri Imperiali dei Tech-Priests avanzano pesantemente sulle creste delle colline.

Sarà un successo? Ottima domanda, perché ho già avuto modo di provare Dawn of War 4 e posso darvi almeno una prima impressione sul gameplay.

Cosa c’è in Dawn of War 4?

Ma chiariamo prima le informazioni più importanti sul gioco: Dawn of War 4 sarà, come già accennato, un classico gioco di strategia in tempo reale sulla scia del primo capitolo della serie e di Company of Heroes. Costruite la vostra base in un batter d’occhio, producete alcune truppe e le inviate sulla mappa per conquistare i punti di controllo.

I punti di controllo vi forniscono risorse che potete investire in potenziamenti e nuove unità per sconfiggere il nemico. Dawn of War 4 si limita a due risorse: requisizione ed energia; i fan dell’originale si troveranno subito a proprio agio.

Anche lo scenario dovrebbe sembrare familiare ai veterani: si torna sul mondo tombale Kronus, conquistato l’ultima volta nel secondo add-on di Dawn of War, Dark Crusade. La storia si svolge 200 anni dopo Dark Crusade, ma in realtà è cambiato poco. I Blood Ravens tornano sul pianeta e ad attenderli c’è una guerra senza quartiere.

I fan non vedono l’ora di ritrovare vecchi amici. Tra gli Space Marine, ad esempio, entra in campo lo scout Cyrus, mentre gli Orchi sono guidati dal buon vecchio Gorgutz, che a quanto pare è semplicemente immortale. A proposito di fazioni: al lancio di Dawn of War 4 potrete vestire i panni di quattro popoli completamente diversi tra loro:

  • Gli Space Marines combattono con classe. Puntano su un numero ridotto di unità, che però appartengono all’élite assoluta dell’Impero. Tra queste ci sono i classici Intercessori con i loro potenti fucili, ma naturalmente potrete reclutare anche Terminatori, Scout, combattenti corpo a corpo e potenti Dreadnought.
  • Gli Orchi sono l’esatto contrario degli Space Marines: i Boyz vi attaccano con orde innumerevoli di creature verdi, grosse e magre, grandi e piccole, e combattono in una furia Waaargh che sblocca potenti stratagemmi. Naturalmente gli Orchi hanno anche unità corazzate, tra cui i potenti Gorkanaut Walker.
  • Necrons saranno sicuramente anche in Dawn of War 4 gli avversari più fastidiosi, perché si curano da soli, si teletrasportano, semplicemente non vogliono morire e nel late game, dopo aver assimilato l’intera mappa, distruggono interi reggimenti con questi maledetti monoliti.
  • L’Adeptus Mechanicus è la mia fazione preferita perché i Tech-Priests hanno a disposizione le armi più strane. I loro tiratori Skitarii sono più macchine che uomini, mentre i potenti Imperial Knight Mechs calpestano la mappa. Grazie a una tecnologia avanzata, i colleghi possono anche rilevare i movimenti nemici nella nebbia di guerra e distribuire speciali nodi sulla mappa che potenziano le loro unità.

Nel tutorial vestirete i panni dell’esercito imperiale, che però non è giocabile in modo indipendente. Immagino che la Guardia Imperiale sarà una delle prime fazioni ad essere aggiunta come DLC dopo il lancio.

Bene, basta con le basi, passiamo alla partita.

Come si gioca a Dawn of War 4?

La demo della gamescom che ho provato dura circa 30-40 minuti ed è uno scenario di schermaglia predefinito. Le fazioni sono quindi prestabilite: io combatto come Blood Ravens contro gli Orchi, non potrebbe essere più classico. Lo scenario è incorniciato da un po’ di trama: l’esercito imperiale si sta scontrando con i pelleverde, quindi i Blood Ravens guidati da Cyrus piombano dal cielo per far piovere giustizia.

Dopodiché mi aspetta un’azione costante, ma in mezzo a questo caos ho individuato tre punti che, a mio avviso, Dawn of War 4 ha già azzeccato alla grande.

1. Dawn of War 4 è proprio come dovrebbe essere

Potrebbe sembrare una cosa da poco, ma far saltare in aria gli orchi con i miei fucili Space Marine è esattamente la sensazione potente che desideravo. In effetti, la sensazione in Dawn of War è tutt’altro che banale: una delle critiche più grandi mosse a Dawn of War 3 riguardava proprio la potenza delle unità.
Gli Space Marine non sembravano l’élite imperiale, ma normali soldati di fanteria. Dawn of War 4 rimette le cose a posto: quando i Blood Ravens sparano con i loro fucili nella folla, sento letteralmente i proiettili esplodere.
King Art ha investito moltissimo nella progettazione di centinaia di animazioni di combattimenti, ad esempio quella in cui un Dreadnought Walker afferra e schiaccia un Orco è una sequenza di movimenti realizzata a mano.

Ma gli Space Marine non solo distribuiscono colpi, ma ne incassano anche tanti, tanto che mi sento davvero parte dell’élite.
Alcune squadre sono composte solo da tre unità, ma sono praticamente indistruttibili.

La missione demo ha già il ritmo che desidero: creo due gruppi di unità composti da combattenti ravvicinati e a distanza e mi muovo di checkpoint in checkpoint sulla mappa. La resistenza viene abbattuta e sui nodi conquistati costruisco torrette difensive per rendere più difficile la riconquista.

Durante la missione, obiettivi secondari rendono sempre più difficile l’avanzamento. Ad esempio, gli Orchi stanno costruendo potenti carri armati Gorkanaut: devo essere veloce per catturarli prima che siano completati.
E poi improvvisamente i Necroni solcano la mappa; fortunatamente i Tech-Priests accorrono in mio aiuto e ha inizio uno spettacolo di razzi, esplosioni e distruzione che non vedevo da tempo in un gioco di strategia.

Dawn of War 4 segue la filosofia di progettazione secondo cui anche le unità iniziali più insignificanti possono diventare unità letali nel finale del gioco con sufficiente esperienza e potenziamenti. Anche questo era uno dei punti di forza dell’originale: potevo potenziare manualmente i miei Space Marine con lanciarazzi, lanciatori al plasma e spade energetiche per trasformarli in macchine assassine ancora più letali.

Dawn of War 4 offre già una ricca varietà: posso decidere se i miei Terminator sparano proiettili dumdum a lunga gittata o se vanno all’attacco con lanciafiamme. Le mie unità possono essere potenziate e aggiornate sul campo:
equipaggio i colleghi con martelli e spade, scelgo tra bolter stalker o cannoni automatici e così via.

Inoltre, ogni unità accumula punti esperienza nel tempo e sale di livello. In questo modo posso creare i miei Space Marine d’élite, che alla fine sconfiggeranno intere orde di Orchi da soli. Allo stesso tempo, ogni perdita di un’unità è come se avessi lasciato che il soldato Ryan venisse investito da un carro armato. È davvero straziante.

3. Dawn of War 4 non è Dawn of War 2

La serie Dawn of War ha questa sfortunata combinazione di circostanze per cui la prima e la seconda parte sono a) fondamentalmente diverse e b) entrambe piuttosto popolari. Due dei miei migliori amici adorano Dawn of War 2 con la sua attenzione fortemente focalizzata sulle singole unità, che sembra molto più simile a una tattica in tempo reale, soprattutto perché riduce la costruzione della base al minimo indispensabile.

Una cosa deve essere chiara: Dawn of War 4 si basa molto sul primo capitolo, quindi avrete una sensazione di battaglia molto più imponente, ma anche una prospettiva molto più ampia.

Tuttavia, il gioco incorpora alcuni punti di forza del secondo capitolo:

  • Come già detto, le unità accumulano punti esperienza e salgono di livello, migliorando sempre più nel lungo periodo.
  • La forte attenzione alle unità eroiche, che salgono anch’esse di livello e sbloccano nuove abilità.
  • La modalità cooperativa, sulla quale però non ho ancora informazioni più approfondite.
  • Inoltre, all’interno della campagna ci saranno decisioni che porteranno a diversi scenari di campagna.

Ciò che sembra mancare completamente a Dawn of War 4 è un sistema morale. È un peccato, perché avrebbe dato agli orchi un’interessante nota tattica in più, dato che i pelleverde hanno un atteggiamento cronico instabile nei confronti del lavoro. Anche il sistema di copertura sembra finora molto più rudimentale rispetto al primo e soprattutto al secondo capitolo; qua e là incontro un’unità dietro una copertura, ma nel complesso sembra avere un’importanza molto secondaria.

Molte domande rimangono aperte

In generale: naturalmente rimangono ancora molte domande aperte sul nuovo Dawn of War. Se le quattro fazioni saranno ben bilanciate, come funzionerà concretamente la modalità cooperativa, se le campagne offriranno missioni emozionanti e così via. Ma due cose posso già affermare con certezza:

  1. La demo di 30 minuti sembra molto simile a Dawn of War, anche se ovviamente devo escludere i soliti difetti dell’alpha. Il gioco è un po’ scattoso e lento, molte immagini sono ancora provvisorie e così via.
  2. Il gioco pone l’accento sugli aspetti giusti.

Mentre Dawn of War 3 voleva chiaramente sfruttare l’hype dei MOBA come League of Legends e puntare soprattutto sul multiplayer, il quarto capitolo sembra un remake del primo. King Art sembra aver capito perfettamente cosa lo ha reso così grande: unità potenti, eroi carismatici e cattivi e un’attenzione particolare alla linea del fronte.

La costruzione della base gioca sicuramente un ruolo importante, devo ad esempio decidere se preferisco costruire edifici di potenziamento per i miei marines o capannoni per veicoli o bunker difensivi, ma la quarta parte accelera enormemente il ritmo: non ci sono nemmeno i servitori!

Invece evoco edifici dal cielo, li costruisco rapidamente, metto alcune unità nella mia coda e mi concentro di nuovo su ciò che è veramente importante: le schermaglie per i punti di controllo, in cui i miei Space Marine distruggono tutto ciò che non è tornato nello spazio entro il tre. Giusto così.

Alla fine della mia missione demo respingo gli Orchi nella loro base. Nell’ultimo disperato scontro mi lanciano contro tutto quello che hanno nel garage, compresi enormi veicoli da battaglia, ma io chiamo dall’alto una pioggia di bombe con uno stratagemma e nel frattempo ho reclutato così tanti Terminatori che il nemico non ha scampo.

Come ho detto all’inizio: non mi sarei mai aspettato un Dawn of War 4. Ma ora che è quasi arrivato, non desidero nessun altro gioco di strategia. Almeno questo King Art è già riuscito a ottenere.

Conclusione della redazione

Anche a distanza di 20 anni, il primo Dawn of War è ancora un vero e proprio spettacolo pirotecnico di strategia in tempo reale: lo so bene, dato che ho recuperato il gioco principale e tutti i suoi add-on solo due anni fa, durante una frenetica vacanza natalizia. Il gioco non solo cattura perfettamente lo spirito esagerato di Warhammer 40K, ma è anche un capolavoro di game design che va oltre la licenza: missioni di campagna variegate, unità fantastiche, un gameplay fluido… non c’è da stupirsi che Relic abbia puntato proprio su questo con Company of Heroes.

E Dawn of War 4 vuole riportare tutto questo? Certo che sì, ci sto! Ovviamente dopo 30 minuti non posso ancora esprimere un giudizio definitivo, ma almeno sulla carta e a prima vista lo sviluppatore King Art sembra aver capito esattamente cosa fare: mantenere i punti di forza del passato e rielaborarli solo dove è possibile farlo senza intoppi. Ad esempio, ora le mie unità accumulano punti esperienza. E naturalmente il gioco è una vera bomba dal punto di vista visivo. La presentazione di Dawn of War 4 pone l’accento proprio sui punti giusti. Gli sviluppatori parlano molto delle campagne, delle elaborate sequenze intermedie, dei riferimenti a Dark Crusade, delle emozionanti sinergie tra le unità. Di cosa non parlano quasi per niente: multiplayer, live service, roadmap, MOBA, tendenze… Naturalmente potrebbe trattarsi di un calcolo freddo, ma potrebbe anche essere un ottimo segno.

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