La petizione “Stop Killing Games” risorge e raggiunge un traguardo impressionante

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Stop Killing Games.

Il grande movimento dei consumatori per impedire la rimozione e la chiusura dei titoli multiplayer, Stop Killing Games, ha appena registrato una forte ripresa, raggiungendo 820.000 firme. Il movimento è stato avviato lo scorso anno dallo YouTuber Ross Scott, prendendo di mira il gioco The Crew di Ubisoft, ritirato dal mercato, e proponendo una nuova legge per impedire che questo tipo di cose continuino ad accadere. Negli ultimi anni, il ritiro dal mercato e la chiusura dei titoli multiplayer sono diventati sempre più comuni nel settore dei videogiochi, lasciando i giocatori senza alcuna possibilità di giocare una volta che il loro gioco non è più disponibile. Il problema principale è che i giochi online dipendono fortemente da una base di giocatori attivi e dalla manutenzione continua dei server, e gli editori spesso scelgono di chiudere i giochi che non generano più entrate o coinvolgimento sufficienti. Questa tendenza ha suscitato frustrazione tra i giocatori, soprattutto quando i giochi diventano completamente ingiocabili dopo che i loro server vengono disattivati, come è successo quando è stato chiuso il gioco originale Call of Duty: Warzone. Per molti, questa situazione solleva preoccupazioni sulla proprietà digitale e sulla conservazione dei giochi, perché un’intera esperienza di gioco può scomparire dalla storia dei videogiochi con poco preavviso. Per combattere questa realtà, lo YouTuber Ross Scott ha avviato lo scorso anno un’iniziativa europea chiamata Stop Killing Games. Sul sito web della petizione, Scott spiega la situazione attuale dei giochi online multiplayer, affermando che il movimento mira a “sfidare la legalità degli editori che distruggono i videogiochi che hanno venduto ai clienti”.Al momento della stesura di questo articolo, la petizione ha raccolto 820.000 firme e ne servono 1.000.000 per avere buone possibilità di costringere la Commissione Europea a prendere in considerazione l’adozione di nuove leggi che tutelino i diritti dei giocatori e la conservazione dei giochi su larga scala.

La petizione “Stop Killing Games” supera le 820.000 firme

Ciò che Scott sottolinea nella petizione non è solo il fatto che gli sviluppatori possono chiudere i giochi multiplayer a loro piacimento, ma anche che questi giochi sono stati progettati per “diventare completamente ingiocabili non appena termina il supporto da parte dell’editore”. Questa pratica è descritta nella petizione come una “forma di obsolescenza programmata” che ha un impatto sui clienti, poiché qualcosa per cui hanno speso dei soldi può essere loro tolto molto facilmente.

Nel corso dell’ultimo anno, il movimento Stop Killing Games ha presentato formalmente delle denunce relative alla chiusura dei giochi alle agenzie per la tutela dei consumatori in Francia, Germania e Australia, chiedendo a questi governi di indagare sulla legalità di tale pratica. A partire dal 2025, la maggior parte di queste azioni promosse dai consumatori (come reclami e petizioni) saranno completate e il movimento è ora in attesa che i governi prendano una decisione. Sebbene alla petizione manchino ancora 40.000 firme per raggiungere l’obiettivo, il numero sta aumentando rapidamente ed è molto probabile che venga raggiunto.