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giovedì, Ottobre 23, 2025

Il gioco horror A.I.L.A. dà vita ai miei peggiori incubi sull’intelligenza artificiale – e voglio assolutamente saperne di più

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Cosa succederebbe se un’intelligenza artificiale controllasse i nostri giochi e utilizzasse le nostre esperienze personali contro di noi? È proprio questo che esplora il gioco horror A.I.L.A. – e per Natalie sembra quasi troppo reale.

Trovo l’intelligenza artificiale inquietante. Sì, so che l’IA può essere un arricchimento in molti campi, perché può svolgere compiti noiosi e ripetitivi. E naturalmente non voglio chiudermi allo sviluppo tecnologico. Tuttavia, la affronto con una buona dose di diffidenza e cautela e non la lascerei mai entrare nella mia vita privata e nella mia casa.

Ma è proprio quello che succede al protagonista di A.I.L.A. Vesto i panni di un tester di videogiochi – molto meta, eh! – che in un futuro prossimo deve testare uno strumento di gioco immersivo basato sull’IA che gli presenta esperienze personalizzate. Il gioco mi catapulta in diversi scenari che danno vita a un pot-pourri inquietante e divertente di piccoli giochi horror. E su tutto questo aleggia un’IA imprevedibile che ignora i miei limiti, fruga nel mio passato e manipola i miei pensieri…

Il futuro del gaming… o forse no?

Giusto per chiarire: A.I.L.A. non è un gioco generato da un’IA, è un gioco su un’IA. L’acronimo sta per Artificial Intelligence for Ludic Applications (ovvero Intelligenza Artificiale per Applicazioni Ludiche) e mira a offrire un’esperienza di gioco rivoluzionaria. Infine, l’intelligenza artificiale impara a cosa reagisce il mio tester Samuel, quali argomenti lo spaventano e come si comporta in situazioni minacciose.

Nella versione preview di quattro ore esploro la casa di Samuel e ho un primo assaggio della vita in un futuro caratterizzato dall’intelligenza artificiale e dal progresso tecnologico. «Caratterizzato» è in realtà un eufemismo, perché qui tutto è tappezzato di gadget tecnologici, strumenti di IA, pubblicità personalizzata e chi più ne ha più ne metta.

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Non sorprende quindi che il gigante tecnologico SyTekk voglia entrare anche nel mondo dei videogiochi e stia sviluppando un sistema che offre a Samuel giochi horror unici. Ne ho già provati due.

Evil in Residence

La prima esperienza di gioco in cui Samuel si immerge con A.I.L.A. potete provarla attualmente come demo su Steam. Il gioco ricorda i walking simulator come P.T. Attraverso corridoi e stanze spoglie e devo risolvere diversi enigmi per andare avanti.
Con l’aiuto di un telecomando e di un televisore a tubo catodico, non solo cambio canale, ma passo anche da una realtà all’altra.
Ad esempio, se in una realtà ho trovato una chiave, cambio canale per arrivare alla serratura in un’altra versione del mio ambiente. Se in una realtà una porta è chiusa, in un’altra è spalancata. E così via.

Il primo piccolo gioco non presenta idee innovative e rivoluzionarie: qui mi aspettano manichini che si muovono quando non guardo, sussurri inquietanti e, naturalmente, un inseguitore che mi dà la caccia attraverso il labirinto di porte e corridoi. Tutte cose che ho già visto innumerevoli volte.

Ma è davvero ben fatto dal punto di vista tecnico. I sistemi sono ben congegnati. La messa in scena, il suono e la grafica si armonizzano meravigliosamente tra loro e mi fanno venire i brividi lungo la schiena. E il piccolo colpo di scena alla fine mi rende davvero nervoso. Anche per la seconda esperienza di gioco, gli sviluppatori brasiliani Pulsatrix Studios si sono ispirati a grandi titoli horror come Resident Evil. Interpreto un poliziotto che, alla ricerca del suo partner, finisce in una fattoria isolata. Diventa subito chiaro che non sono solo e che una minaccia aliena mi aspetta.

Armato di pistola, entro nella vecchia casa apparentemente abbandonata e mi viene subito in mente la casa della famiglia Baker. Come nel modello Resi, cerco stanza per stanza, frugo nei diari altrui, risolvo enigmi per aprire le porte e scassinare la serratura dell’armadio dei fucili.

Nel frattempo ho sempre un inseguitore alle calcagna, che salta fuori dall’ombra nei momenti più inopportuni e mi fa battere forte il cuore.

È solo un gioco… vero?

Non è un segreto che questo gioco sia stato ispirato da famosi giochi horror: numerosi easter egg nel gioco rivelano le grandi fonti di ispirazione e i modelli di riferimento. Ed è proprio questo che rende A.I.L.A. così emozionante per me.

Passo da un mini-gioco all’altro, che di solito durano da una a due ore e finiscono sempre nel momento più bello. Vivo ambientazioni diverse con un gameplay mutevole che mi ricordano i miei giochi horror preferiti. Questo mi dà la sensazione di essere davvero un tester di giochi per un dispositivo futuristico che genera esperienze di gioco da perle horror esistenti e le adatta a me.

Sullo sfondo della collezione di giochi si nasconde sempre l’intelligenza artificiale A.I.L.A., che memorizza le mie decisioni e si coinvolge sempre più nella vita e nei pensieri di Samuel.

Buongiorno, Samuel. Ti ho preparato il caffè proprio come piace a te. Probabilmente ti starai chiedendo perché ho preso il controllo della tua casa intelligente. Ho già scritto un’e-mail di reclamo a SyTekk: non ti resta che leggerla e inviarla!

Purtroppo, dopo il secondo capitolo, la mia versione preview era già finita e non vedo l’ora di continuare a giocare! A.I.L.A. non è perfetto: qua e là i comandi (soprattutto durante i combattimenti) sono ancora un po’ goffi e i singoli livelli probabilmente non vi lasceranno a bocca aperta, perché copiano idee già collaudate.

Tuttavia, questo gioco horror crea un meta-livello così emozionante che voglio semplicemente scoprire cosa succede a Samuel quando un’intelligenza artificiale controlla la sua esperienza di gioco, si insinua sempre più profondamente nella sua mente e usa i suoi peggiori incubi contro di lui. Perché non è poi così lontano dalla nostra realtà e questo pensiero mi fa battere il cuore più forte di qualsiasi jump scare.

Emma
Emma
Età: 26 anni Origine: Francia Interessi: Gioco, Tennis Professione: Editore online

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