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martedì, Settembre 9, 2025

Ho giocato a quello che credo sia il primo anti-sparatutto al mondo e ha stravolto tutto quello che sapevo su questo genere

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Molti giochi funzionano secondo il motto “distruggi per andare avanti”. Dreams of Another ne fa un approccio nuovo e molto interessante: “distruggi per creare”

Quando un gioco ti mette in mano un fucile d’assalto, la missione è chiara: tu qui, terroristi/alieni/nazisti là, spazzali via tutti! In Dreams of Another è completamente diverso. Qui l’arma non serve a far morire nemici senza nome sotto una raffica di proiettili.& nbsp;Servono invece a creare il mondo stesso.

Nella nostra anteprima vi spieghiamo come funziona esattamente e quanto è divertente questa avventura con un approccio sperimentale agli sparatutto.

WTF: Il gioco

Ormai ci troviamo nell’era della grafica fotorealistica: Unreal, Unity, id Tech e tutti gli altri sono ormai in grado di produrre immagini che difficilmente si distinguono dalla realtà che conosciamo. Persino il ray tracing pixel perfetto, che 30 anni fa era ancora il grande nemico finale di tutti i processori 486, ora non richiede più ore per renderizzare un singolo fotogramma, ma funziona in tempo reale.

Ma ci sono anche correnti contrarie a questo sviluppo, che fischiano il costoso realismo e preferiscono mettere in primo piano le proprie visioni artistiche. Uno di questi è lo shader fumettistico, un altro è la grafica 2D con pixel potenti e imponenti, che si collocherebbe piuttosto nell’era VGA dei primi anni ’90.

E poi ci sono giochi come Dreams of Another, che hanno un aspetto così stravagante che è difficile trovare le parole giuste per descriverli adeguatamente. “WTF?” è un candidato molto promettente. Ma, come ben sappiamo, le immagini dicono più delle parole, quindi prima di continuare a leggere date un’occhiata agli screenshot:

Q-Was?

Per comprendere e classificare correttamente Dreams of Another, è necessario prima dare un’occhiata allo sviluppatore che c’è dietro: Q-Games è un’azienda insolita: fondata 24 anni fa dal programmatore di Star Fox Dylan Cuthbert, l’azienda con sede a Kyoto è nota soprattutto per i suoi giochi piccoli, creativi e variegati della serie “PixelJunk”. 

Nel frattempo, però, l’azienda continua a cimentarsi in esperimenti di design insoliti, come ad esempio la stravagante avventura The Tomorrow Children (2016). O, più recentemente, Dreams of Another, che ti lascia inevitabilmente a chiederti dove sia l’alto e dove sia il basso e quale sia il senso di tutto questo.

In pigiama e con un fucile d’assalto

Il personaggio principale è l’indefinito “uomo in pigiama”. All’inizio porta una grossa mitragliatrice a tracolla, poi riceve anche granate e un lanciarazzi. Ma non per schiacciare gli alieni! Al contrario, spara contro il paesaggio composto da bizzarri punti e macchie, da cui si compongono oggetti complessi: case, alberi, fontane o persino una giostra completa. Quasi delle esplosioni al contrario.

Nel frattempo, l’azienda continua a cimentarsi in esperimenti di design insoliti, come ad esempio la stravagante avventura The Tomorrow Children (2016). O ora Dreams of Another, in cui ci si siede davanti e inevitabilmente ci si chiede dove sia l’alto e il basso e quale sia il senso di tutto questo.

In pigiama e con un fucile d’assalto

Il personaggio principale è l’indefinito “uomo in pigiama”. All’inizio porta una grossa mitragliatrice a tracolla, poi riceve anche granate e un lanciarazzi. Ma non per schiacciare gli alieni! Al contrario, spara nel paesaggio composto da bizzarri punti e macchie, da cui si compongono oggetti complessi: case, alberi, fontane o persino una giostra completa. Quasi delle esplosioni al contrario.

L’ambiente scintilla e brilla, tutto sembra organico e fluido, come una miscela tra la grafica voxel di Comanche e i capolavori creativi della scena demo.

Sognare ad occhi aperti leggendo le nuvole

La base è fornita dalla tecnologia delle nuvole di punti (»Point Cloud«). Finora è stata utilizzata piuttosto raramente nei videogiochi, poiché richiede una grande potenza di calcolo e molta memoria. Dal punto di vista tecnico, funziona in modo simile alla grafica voxel, solo che in questo caso non vengono utilizzati cubi tridimensionali, ma singoli punti (o piccoli oggetti 2D) che, una volta assemblati, formano oggetti tridimensionali.

Questo conferisce a Dreams of Another una grafica non solo molto organica, ma soprattutto estremamente insolita, in cui tutto fluttua e ondeggia, non ci sono strutture fisse, tutto è sempre in movimento – anche le persone o gli oggetti come i lampioni e le case sembrano reinterpretazioni impressionistiche di strutture familiari.& nbsp;

Il termine “Dreams” nel nome ha una sua ragione d’essere: il gioco sembra un sogno bizzarro in cui tutto sembra in qualche modo familiare, ma è completamente diverso.

La distruzione è vita!

Dreams of Another segue l’approccio filosofico secondo cui non esiste creazione senza distruzione. Per poter creare qualcosa, bisogna prima distruggere qualcos’altro. In questo caso, ciò significa che il mondo in cui vi muovete è indefinito, privo di struttura. 

Solo con l’arma in mano questo sogno informe diventa un ambiente familiare con cui potete interagire. Ogni proiettile che sparate nel paesaggio lo compone. Un’inversione molto interessante delle consuetudini dei giochi tradizionali, in cui vi portate dietro questo tipo di equipaggiamento.

Ma cosa fate effettivamente in Dreams of Another? Questo non è un tipico gioco di azione e avventura, né un platform, né uno sparatutto, né un gioco di ruolo. È soprattutto un pensiero filosofico che, secondo il capo sviluppatore Tomohisa Kuramitsu, meglio conosciuto come “Baiyon”, dovrebbe stimolare la riflessione e mettere in discussione le convenzioni classiche dei giochi.

Ad esempio, incontrerete diverse porte che non potrete aprire né attraversare. In compenso, però, vi parleranno, condividendo con voi il mondo dei pensieri di una tipica porta. Una di esse, ad esempio, invidia le automobili perché si muovono così velocemente nel mondo, mentre lei rimane sempre nello stesso posto. Un’altra non vede l’ora di invecchiare, perché allora potrà emettere dei bei rumori striduli.

In un altro punto parlerete con un tombino che desidera ardentemente la libertà. Oppure con una talpa gigante che è riuscita a uscire dal sottosuolo per arrivare in superficie, solo per scoprire che deve morire. Il tutto accompagnato da una colonna sonora che non ha nulla da invidiare al resto del gioco in termini di stravaganza e che non ha nulla a che vedere con la tipica musica dei videogiochi.

Se non siete scoraggiati, ma curiosi, potrete giocare a Dreams of Another a partire dal 10 ottobre 2025 per PC (tramite Steam) o PS5. Su Steam è disponibile anche la demo gratuita per provarlo, su cui si basa anche il nostro articolo.

Conclusione della redazione

Se vi aspettate che un gioco vi faccia passare 15 ore da un setpiece all’altro, mentre il vostro lanciarazzi si sbriciola a forza di colpi, allora dovreste stare il più lontano possibile da Dreams of Another.

Perché questo non è un tipico videogioco nel senso classico del termine. Sì, siete seduti davanti al monitor con mouse e tastiera (o gamepad) in mano e maneggiate un’arma. Ma non per risolvere problemi in modo sanguinoso, bensì per creare un mondo che vi pone domande insolite. E lo fa in un modo che a volte sembra un bizzarro sogno febbrile.

È tutto molto astratto, a volte anche troppo intellettuale, e almeno a me ha fatto mormorare spesso parole come “dafuq?” durante il gioco. Ma è sicuramente un’esperienza unica, su cui ho riflettuto più a lungo che sugli ultimi otto Call of Duty messi insieme. Non vedo l’ora di immergermi ancora più a fondo in questo mondo completamente folle sotto ogni punto di vista!

Emma
Emma
Età: 26 anni Origine: Francia Interessi: Gioco, Tennis Professione: Editore online

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