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giovedì, Agosto 28, 2025

Da 25 anni Turok è una delle mie serie di sparatutto preferite, ora ho provato il nuovissimo Turok: Origins e sono perplesso

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Turok era uno dei migliori sparatutto sul mercato, dal 2008 la serie è inattiva, ma Turok: Origins dovrebbe riportare in auge questo capolavoro. La nostra conclusione sul gameplay.

In realtà posso capire gli sviluppatori di Turok: Origins. Se oggi sviluppi uno sparatutto e guardi cosa fa davvero incassare un sacco di soldi, la parola “multiplayer” aleggia sul panorama dei videogiochi come un’astronave di Independence Day.

Cosa fare quindi quando hai tra le mani un marchio morto da 17 anni e devi in qualche modo riportarlo in vita? Segui le tendenze. E poi, anche Turok ha iniziato come seguace. Alla fine degli anni ’90, Turok 1 imitava in modo piuttosto sfacciato Quake, solo che con dinosauri e nativi americani. Oltre alle armi fantascientifiche, sparo anche con arco e frecce.

Turok: Origins segue tutte le tendenze attuali. Uno sparatutto cooperativo in cui si giocano diverse classi, si scatenano tutte le possibili manovre speciali oltre alle pistole e si caricano nel tempo ulti particolarmente potenti. Chi ha giocato a Destiny-Strike capisce il gioco in pochi secondi.

E questo non deve essere necessariamente un male. Mi sono divertito molto con la demo che ho provato qui alla gamescom 2025. Solo che Turok dà il meglio di sé quando non segue le tendenze.

 

Cos’è Turok: Origins?

Chiariamo innanzitutto i fatti più importanti:

  • Turok: Origins è stato sviluppato dalla filiale spagnola di Saber Interactive, composta da circa 250 persone con sede a Madrid.
  • Il gioco non ha ancora una data di uscita precisa (escludo che sarà nel 2025), è sviluppato con Unreal Engine 5 e, come già detto, è uno sparatutto cooperativo.
  • A differenza dell’originale, è possibile passare dalla visuale in prima persona a quella in terza persona, ma la mia impressione è che il gioco sia progettato per la prospettiva in terza persona, perché le schivate, ad esempio, non funzionano altrettanto bene in prima persona.
  • È possibile giocare da soli o con altri due giocatori.

Turok: Origins è ambientato molti, molti anni prima del primo capitolo della serie, ma esiste nella stessa linea temporale. I Turok, che danno il nome al gioco, sono nativi americani che combattono contro lucertole aliene con armi fantascientifiche nelle mitiche Terre Perdute.

Ed è proprio qui che entrate in gioco voi.

Come si gioca a Turok: Origins?

Alla gamescom gioco tre livelli più il boss battle. Nel gioco si visitano diversi pianeti e le aree della demo sono molto diverse dal punto di vista visivo. A volte mi aggiro in una fitta giungla, altre volte mi addentro in strane architetture aliene che potrebbero provenire direttamente da H.R. Giger. Dal punto di vista visivo è molto suggestivo, l’unico problema è che in termini di gameplay tutto è molto uniforme e banale.

Sulla carta, prima dell’inizio della missione scelgo diversi… ehm… spiriti animali, ad esempio il corvo o il bisonte. Dietro al nome spirituale si nascondono però solo i ben noti loadout o classi. Uno di essi scatena come ulti una speciale modalità berserker e così via. Chi ha un po’ di familiarità con il genere ha già visto tutto questo.

E anche le sinergie cooperative sembrano finora (!) in gran parte standard per il genere: gioco con altri due giornalisti e, ad esempio, con il mio equipaggiamento creo uno scudo protettivo dietro il quale i colleghi possono ripararsi. Oppure rallento i nemici. Oppure faccio qualcosa per distruggere gli scudi nemici.

Anche i nemici: li conoscete già tutti. Le lucertole corrono come gli alieni in Fireteam: Elite. Ci sono droni volanti come in ogni sparatutto con droni volanti. I teppisti particolarmente grossi vi assaltano come tutti i Brutes della storia dei videogiochi e costringono i Turok a schivare. I miniboss chiamano a sé gli Ads come in Destiny (cioè nemici standard aggiuntivi) e i tiratori regolari vi sparano, solo che hanno teste di lucertola.

Il level design delle missioni ne risente maggiormente. Tutte e tre le aree ci spingono attraverso tubi senza angoli e spigoli, qua e là devo saltare da qualche parte o superare sezioni di platforming semplicissime, proprio come deve essere il platforming in cooperativa, affinché una squadra di tre non perda la voglia di giocare.

La trama rimane, nel migliore dei casi, accennata: una voce nell’orecchio mi ripete costantemente di attivare dei nodi energetici. Per la maggior parte del tempo non capirete perché state facendo qualcosa, perché sembra semplicemente irrilevante.
È questo ciò che vogliono davvero i fan?

Come già detto: per quanto possa sembrare noioso dal punto di vista strutturale, in azione non lo è affatto. Le armi fantascientifiche hanno un bel rombo, il mio LMG laser tuona attraverso il paesaggio, con il mio coltello gigante squarto dinosauri assassini, è tutto molto bello, ma lontano anni luce dal fascino di Turok 2.

Perché i migliori giochi di Turok – e Turok 2 era il migliore – eccellevano proprio nel level design. Enormi aree variegate piene di segreti, pericoli, enigmi, colpi di scena. Dopo ogni livello completato, pensavo: “Wow, cosa succederà dopo?”

In Turok: Origins ho la sensazione di conoscere già tutti i trucchi del gioco dopo sole tre missioni, perché il gameplay sembra così limitato. In generale, è molto simile ad Aliens: Fireteam Elite, solo che si tratta di uno sparatutto in modalità Orda che può fare a meno di missioni sofisticate: la profondità del gioco risiede infatti nella gestione delle orde aliene.

Turok: Origins sembra invece un incrocio tra Destiny 2, Aliens e titoli meno conosciuti come Outriders. Tuttavia, la battaglia finale con il boss dopo le tre missioni fa ben sperare: io e i miei colleghi affrontiamo un gigantesco triceratopo che copre l’intera area con i suoi attacchi. Questa battaglia è davvero impressionante e si gioca in modo altrettanto spettacolare.

Forse è solo colpa della demo della fiera e gli sviluppatori di Turok: Origins si stanno tenendo le loro carte migliori per dopo. Da fan della serie, lo spero vivamente, perché la serie è già morta una volta per aver seguito troppo le tendenze del momento. Allora, nel 2008, Turok voleva assolutamente essere come la concorrenza dei cupi sparatutto militari. E da 19 anni i fan piangono ciò che questo ci ha portato.

Flo
Flo
Età: 28 anni Origine: Germania Interessi: Gioco, Bicicletta, Calcio Professione: Editore online

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