Quando un blockbuster vacilla
Poco dopo il lancio, un’ombra oscura si è posata su “Call of Duty: Black Ops 7”. Quello che era stato pubblicizzato come un ricco pacchetto d’azione, nel giro di pochi giorni si è trasformato in un esempio lampante di quanto velocemente possa implodere l’hype. Sui social network sono improvvisamente apparse schermate di Calling Cards, il cui stile ricordava quelle immagini sovraccariche e mal renderizzate che da mesi inondano Internet. Molti giocatori hanno immediatamente riconosciuto l’estetica tipica di quei generatori che producono mani con troppe dita o contorni del viso sfalsati.
È interessante notare che Activision era già stata al centro di accuse simili negli anni passati. Già con “Modern Warfare III” e “Black Ops 6” c’erano state discussioni sui frammenti di immagini generate digitalmente, che all’epoca erano state liquidate con un’alzata di spalle. Questa volta, però, la forma e gli errori erano così evidenti che la community, a differenza di prima, ha reagito in modo compatto.
Black Ops 7 è sotto accusa per aver riempito il gioco con immagini generate dall’intelligenza artificiale!
I fan hanno trovato decine di Calling Card realizzate con l’intelligenza artificiale invece che da veri artisti, tra cui immagini in stile Ghibli come la carta “Reeled In”.
I giocatori sostengono che la maggior parte di esse non sia nemmeno creativa, ma solo il risultato generico dell’intelligenza artificiale. pic.twitter.com/gQGzXWq4Bl
— Play4Index (@Play4Index) 14 novembre 2025
Le critiche si sono rapidamente trasformate in indignazione. Gli utenti hanno segnalato che i biglietti da visita non solo sembravano generici, ma presentavano anche modelli noti tratti da popolari modelli di IA. Nei forum circolavano confronti con le imitazioni dello Studio Ghibli generate alcuni mesi fa da vari strumenti creativi. Il tenore: “Questo non appartiene a un gioco AAA”.
“Come tanti altri nel mondo…” – La dichiarazione che ha peggiorato tutto
Solo dopo che i giocatori hanno iniziato a richiedere sempre più rimborsi su Steam, in alcuni casi anche dopo aver completato la campagna cooperativa, Activision ha reagito. In un comunicato ufficiale, l’editore ha dichiarato: “Come molti altri nel mondo, utilizziamo strumenti digitali, tra cui l’IA, per supportare i nostri team. Il nostro processo creativo rimane nelle mani dei nostri talentuosi dipendenti”.
Ma invece di calmare gli animi, questa dichiarazione ha solo causato nuova agitazione. Molti hanno ritenuto che la formulazione fosse eccessiva, altri non abbastanza. In particolare, il riferimento a un “processo gestito dall’uomo” ha sollevato dubbi sull’effettiva entità della quota di IA. I giocatori si sono sentiti presi alla sprovvista, alcuni addirittura ingannati, poiché le risorse in questione non erano state menzionate in nessuna fase di marketing.
Il sostegno continua a sgretolarsi. Nei post della community si parla di una fiducia in calo nelle grandi produzioni, mentre alcuni sperano che la pressione porti a lungo termine a regole di trasparenza più chiare nel settore. Una cosa è certa: “Black Ops 7” rimarrà nella memoria non solo dal punto di vista ludico, ma anche storico-culturale, come esempio di un gioco che ha fallito per motivi che vanno oltre i problemi di performance.

